Già da molto tempo il quesito è sempre lo stesso, la prostituzione nel nostro paese è un reato oppure può essere considerata legale?
Molti utenti continuano a chiedersi se esista una legge che disciplini la pratica della prostituzione all’interno dei nostri confini.
A suo tempo la legge Merlin che sanciva la chiusura delle case di appuntamento diede inizio ad una diatriba infinita, sono anni che da più di uno schieramento politico arrivano proposte di legge atte a regolamentare il fenomeno della prostituzione.
Purtroppo in questi casi il fenomeno del bigottismo la fa da padrone e questo non fa altro che allontanare sempre di più dalle vere tematiche attuali sull’argomento.
Per rispondere alla domanda che molti si pongono diciamo subito che la legge la considera un’attività legale con molte postille che stanno ad indicare quando questa non lo sia più e dove si rischia di commettere un’illecito, per fare un esempio, è sempre ritenuta illegale la prostituzione minorile.
A tutt’oggi una normativa specifica sull’argomento non esiste ed è molto difficile ipotizzare che la proposta di regolamentare il tutto venga presa in considerazione a livello costituzionale nonostante la miriade di proposte di legge presentate nell’arco degli anni.
restando in attesa che arrivi questa tanto richiesta regolamentazione cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a riguardo, quando la prostituzione è legale e quando diventa reato, ecco cosa dice la legge.
Partendo dal presupposto che non esiste alcuna legge in merito, non è reato esercitare questa professione tanto meno decidere di passare del tempo con una di queste donne eccetto i casi nel quale si sfrutti la prostituzione minorile come citato dall’articolo 600 bis del Codice Penale.
In questo caso la pena va dai sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000.
Purtroppo, da quando, nel 1958 la legge Merlin fu approvata si è diffusa sempre più l’idea che la prostituzione sia sempre e comunque illegale.
Nell’arco degli anni sono state approvate soltanto leggi che vanno a punire gli interessi illegali percepiti da terze persone, infatti esiste il reato di sfruttamento della prostituzione, di induzione e di favoreggiamento.
Sfruttamento della prostituzione
Contenuti della Pagina
Questo è disciplinato dalla legge Merlin n. 75 del 1958 che stabilisce che è illegale approfittare dei proventi ottenuti da l’attività di prostituzione di terzi.
Favoreggiamento della prostituzione
la legge si è espressa più volte a riguardo, quali sono i casi in cui il cliente può incorrere in tale reato?
Nel 2000 con la sentenza n°8345 della Cassazione è stato stabilito che il reato viene commesso nel caso in cui vi sia oggettivo aiuto a l’esercizio del meretricio in quanto tale” e questo accade anche nel momento in cui si metta semplicemente in contatto un cliente con una prostituta.
La stessa interpretazione è applicabile anche ai proprietari di alberghi che pur essendo consapevoli della frequentazione abituale del luogo da parte di una prostituta le concedono una stanza.
Invece, non è reato riaccompagnare una prostituta sul luogo di lavoro purché non violi il pubblico pudore quindi, niente abiti succinti o atti osceni in presenza di minori.
In conclusione ecco quando la prostituzione diventa un reato:
Si è capito che in via generale la prostituzione in Italia non è reato ma bisogna far attenzione a tutti quei casi in cui si rischia di incorrere in un atto illegale.
Diventa rato quando il cliente e la prostituta compiono atti osceni in un luogo pubblico o in presenza di minorenni, non vi è il reato indifferenziato in questo caso a seguito della depenalizzazione stabilita dal Decreto legislativo n° 7/2016 e n° 8/2016.
La prostituta che si presenta in abiti succinti in luoghi sensibili ed esposti alla visione di eventuali minorenni rischia una sanzione amministrativa che va dai 5.000 ai 10.000 euro.
Oltre questo è bene ricordare che la prostituzione è sempre illegale se perpetrata in case di appuntamento, locali o luoghi adibiti a l’esercizio dell’attività ed in alberghi.
Come abbiamo visto, la prostituzione non è considerata reato, almeno non in maniera indiscriminata quindi, oltre ai casi di sfruttamento o favoreggiamento, nel nostro paese queste “donnine” non vengono considerate come un problema sociale.
la prostituzione sulle nostre strade è tollerata e, come è stato esplicitamente richiesto con le sentenze n. 7076/2012 e 33160/2013 della Corte di Cassazione risulta di estrema importanza cercare di trovare una specifica disciplina legislativa organica che risulti essere in grado di regolamentarne l’esercizio anche sotto il punto di vista fiscale.
Infatti la Cassazione ha dichiarato che sotto il punto di vista fiscale la prostituzione è alla stessa stregua del lavoro autonomo, se questa è professata in maniera abituale mentre rientrerebbe nella classificazione dei “redditi diversi” se viene svolta in maniera occasionale, pur restando sempre il fattore autonomo.
In questi anni sono state presentate numerosissime proposte di legge, la maggior parte dalla Lega Nord che da molto tempo chiede una legge che regolamenti il tutto sia sotto il punto di vista fiscale ma anche sotto quello sanitario.
Purtroppo però, fino ad oggi la Costituzione si è limitata a riconoscere che questa non sia considerata un reato, a quando una regolamentazione specifica non ci è dato saperlo ma sicuramente passeranno ancora molti anni prima di vederla arrivare.
VOTI E OPINIONI